Da bruco a crisalide
Il passaggio che ogni bambino compie quando si accinge a compiere il trapasso dalla scuola dell’infanzia alla scuola primaria, è per lui di fondamentale importanza sotto più punti di vista: le sue abitudini cambiano (le cosiddette routines), la sua cerchia sociale si modifica e così le sue certezze (rappresentate dal nucleo familiare) crollano. Questo specialmente se ci riferiamo a bambini affetti o portatori di disabilità.
Allora cosa è importante fare in questi casi?
Sicuramente occorre preparare l’intero nucleo familiare sia dal punto di vista psicologico che pratico a questo passo. E questo cosa vuol dire?
Vuol dire cercare di comprendere quali sono le paure della famiglia rispetto a ciò, quali possono essere le strategie più efficaci per il fluire sereno dell’assetto familiare e per ultimo ma non meno importante, le strategie da adottare con il bambino, fulcro di questo cambiamento.
Facciamo un esempio: poniamo il caso che ci troviamo di fronte ad un bambino con Disturbo dello Spettro Autistico ad alto funzionamento quindi, verosimilmente, in cui è presente il linguaggio seppur il vocabolario non è molto ampio ed è presente la motricità.
Cosa possiamo fare di fronte a questo caso?
Per esempio: possiamo proporre un’attività che andrà ad essere spezzettata nei diversi cambi d’ora che scansionano, la giornata scolastica del bambino e magari sulle emozioni. Così facendo si terrà man mano conto, di quali stati d’animo pervadono il bambino e se ne indagherà il perché. Come? tramite gli ABC (quale evento ha scatenato il fluire di quella emozione e di quel pensiero?). L’educazione emotiva dovrebbe venire prima di qualsiasi apprendimento poiché è alla base della riuscita o disfatta del processo d’insegnamento di quella determinata disciplina, di quel determinato concetto, di quella determinata competenza.
In un secondo momento, un’ulteriore strategia, potrebbe essere quella di proporgli un’attività di motricità: se al bambino per esempio piace giocare a palla, verrà portato in palestra o se il tempo lo permette fuori in giardino e ci si può inventare un gioco, magari con il coinvolgimento di un piccolo gruppo di compagni.
Quindi ricapitolando: indagare le emozioni, dare un diversivo all’interno della voragine di pensieri ed emozioni che coinvolgono il bambino e infine? il premio. Usiamo la token economy!
Cos’è la token economy? è una strategia educativa, attraverso la quale il bambino premiato si sente capace, si sente soddisfatto e banalmente va ad accrescere la sua autostima. Il premio può essere verbale “bravoo” oppure materiale: permettergli di colorare un disegno se gli piace colorare o timbrargli il dorso della mano in segno di approvazione, per l’attività svolta con impegno.
Così facendo, con piccoli accorgimenti qua e là durante la sua permanenza a scuola, il bambino si sentirà come a casa. Si sentirà capace, accolto e più semplicemente parte del suo gruppo classe.
W l’inclusione!!! Non basta integrare ovvero inserire il bambino in un gruppo in cui sono tutti diversi da lui, ma occorre che il bambino pur nella sua unicità sia messo nelle condizioni di esprimersi e non di essere emarginato. Ricordiamoci che il mondo è bello perché è vario.
FAMMI SAPERE COSA NE PENSI NEI COMMENTI.
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